ESPLORANDO LA TUA PERSEFONE

ESPLORANDO LA TUA PERSEFONE…

 

Sulla leggenda di Persefone ho già scritto nell’articolo di esplorazione di Demetra, la madre. Per cui per eventuali approfondimenti ti rimando a quell’articolo all’interno del mio blog.

Persefone è la sesta dea che esploriamo nel percorso “Donne che vedono nel buio”, fa parte delle dee vulnerabili ed è stata per quasi duemila anni la figura centrale dei Misteri Eleusini: celebrazioni durante le quali si viveva l’esperienza del ritorno o del rinnovarsi della vita dopo la morte, attraverso la sua ricomparsa annuale dall’oltretomba.

L’archetipo di Persefone parte da un’immagine fanciullesca, la giovane totalmente inconsapevole di chi sia e di cosa voglia, che raccoglie fiori e gioca con le amiche, ingenua e inesperta ed arriva a diventare regina degli inferi. Simbolicamente, rappresenta il processo di maturità che avviene in una donna quando da un aspetto più superficiale sceglie, per volontà consapevole o indotta, di esplorare le profondità della psiche fino al punto di iniziare a regnarvici, il che presuppone una buona conoscenza di sé stessa.

A differenza di Era e Demetra, dee dal temperamento passionale e dagli istinti dominanti, Persefone non è predisposta all’azione ma piuttosto ad un atteggiamento passivo. Ha un aspetto apparentemente sempre giovane ma in lei convivono entrambi gli aspetti, quello della fanciulla spensierata e quello della regina degli inferi. Nel corso della vita, la donna Persefone può avere entrambi gli aspetti più o meno attivati o in perfetta armonia tra loro.

La dea è “la bambina della madre” ed è lei che desidera compiacere. Persefone è molto legata alla madre e questo legame le crea non poche difficoltà nello sviluppo di un senso di sé indipendente. La madre, Demetra, può sembrare indipendente ma in verità può essere proprio lei ad alimentare la dipendenza della figlia per tenerla vicina a sé. La figlia Persefone non si permetterà di contraddire la madre, crede di desiderare esattamente ciò che la madre desidera per lei. La madre la tratta spesso come un’estensione di sé e col padre il rapporto è pressoché inesistente.

Come ho più volte sottolineato, le dee della mitologia greca nascono su un terreno patriarcale in cui il concetto più elevato di femminile si accosta ai concetti di passività e dipendenza. Nella cultura in cui viviamo siamo spesso messe di fronte alla stessa identica tematica. Persefone, soprattutto la fanciulla, rappresenta molto bene questo tratto culturale.

Sono come tu mi vuoi…

La nota canzone di Mina ben rappresenta questo archetipo. La donna Persefone si adatta a tutti i desideri del proprio uomo, lo affascina, lo compiace, ma non lo fa in modo consapevole in quanto non ha una vera coscienza di sé: non si conosce, non si analizza. Assume su sé stessa la proiezione dell’immagine inconscia che l’uomo ha della donna e si conforma a quell’immagine. È molto duttile, molto ricettiva, è in grado di sentire pienamente ciò di cui un uomo ha bisogno e di assumerne subito le caratteristiche.

L’archetipo della Persefone fanciulla rappresenta benissimo l’ideale di donna giapponese: tranquilla, riservata, compiacente, non dice mai di no in maniera diretta. In questa fase la donna Persefone, benché ami piacere agli uomini, manca di passionalità, del senso della propria sessualità e sensualità. Fino a che resta psicologicamente nella fase della ragazzina la sua sessualità rimane sopita. Solo dopo essere stata rapita ed essere entrata nel mondo degli inferi (=profondità della psiche) acquisisce maturità e dimestichezza nel muoversi dal così detto “sotto” al “sopra”. Sapete che più volte ho parlato che non esiste una distinzione tra sopra e sotto, si tratta più di un fluire che abbiamo bisogno di imparare a navigare con maestria e presenza. Molte donne che lavorano come terapeute sviluppando questa capacità o grazie ad eventi traumatici elaborati nel corso della vita o semplicemente perché hanno questa dote naturale insita in loro.

L’energia Persefone…

L’energia dell’archetipo Persefone è un’energia legata alla primavera, al risveglio, alla rinascita, al dissodamento della terra dopo i lunghi e freddi mesi invernali: spesso utile dopo momenti di perdizione e depressione. Persefone è vitalità e potenziale per una nuova crescita. Le donne che sviluppano questo archetipo possono rimanere ricettive al cambiamento e giovani di spirito.

Per coltivare Persefone occorre semplicemente nutrire la propria ricettività, soprattutto se parliamo a donne Artemide o Atena che si sentono disorientate quando non hanno le idee chiare. Per la donna, imparare a stare nell’incertezza, nel “non lo so”, a volte anche nel proprio caos interiore, pazientando nell’attesa che la situazione si modifichi, senza fretta, con apertura e flessibilità è il primo per coltivare Persefone. Il passaggio successivo può essere quello di imparare ad ascoltare il punto di vista dell’altro, “sospendendo” giudizio o pregiudizi. Se si arriva ad aprirsi all’altro significa che ci si è aperte anche nei confronti della propria psiche con molta gentilezza. Portare attenzione ai sogni notturni ed iniziare a scriverli con cura può essere di aiuto a sviluppare l’intuizione profonda.

La bambina Persefone ha i suoi tempi, ha bisogno di riflettere a lungo prima di decidere, è introversa e prudente per natura. Ha bisogno di essere sostenuta e incoraggiata a fidarsi del suo istinto e della propria innata ricettività.

La madre, che vive in maniera sostitutiva attraverso le esperienze della figlia, diventa una presenza molto invadente, pretendendo che confidi a lei i suoi segreti in età adolescenziale. In questo modo ostacola nella figlia lo sviluppo di un’identità separata da quella della madre e nello stesso tempo la figlia permette alla madre di decidere quale esperienza dovrebbe vivere. Ansie e valori della madre influenzano la figlia Persefone.

Nel lavoro…

Anche in questo settore esiste un’ambivalenza tra la fanciulla, che cambia spesso lavoro, non rispetta le scadenze, viene spesso licenziata perché si assenta per troppo tempo e la Persefone matura, che si trasforma nella regina degli inferi e può avviare un’attività creativa in ambito psicologico o spirituale. In questo caso lei è spesso non ortodossa: lavora in modo molto individuale, senza i titoli accademici adeguati.

Con le donne e con gli uomini…

Non essendo competitiva ha una buona relazione con le donne, viene vista e trattata come qualcosa di speciale per la femminilità non sviluppata che le altre donne proiettano su di lei.

Essendo una donna-bambina, dall’atteggiamento giovane e remissivo, attira a sé principalmente tre categorie di uomini: i giovani ed inesperti, come lei; i duri, attratti dalla sua innocente fragilità; quelli che non si sentono a proprio agio con le donne mature.

Con una donna Persefone l’uomo sente forte e dominante. Sa che la sua autorità non verrà messa in discussione e nello stesso tempo sa di potersi mostrare vulnerabile senza essere criticato o sminuito. Da un lato questo tipo di relazione per l’uomo può essere un portale che gli permette di riscoprire la sua autentica forza attraverso l’accettazione della sua vulnerabilità, imperfezione. Solo se l’uomo sceglie di vivere la relazione come un’occasione di crescita, questa può fiorire.

Anche per la donna Persefone questa relazione può essere un portale che le permette di sganciarsi dalla dipendenza dalla madre per iniziare a riscoprire la sua autonomia. È necessario però che anche qui ci sia un lavoro di introspezione e consapevolezza per non passare da una dipendenza all’altra.

L’allontanamento dalla madre rappresenta per lei un passaggio fondamentale verso la sua autodeterminazione: finalmente esce dallo schema di “brava ragazza” e trova la forza e la capacità di contraddirla, per riscoprire la fedeltà verso sé stessa. Dopo che ha conquistato la propria indipendenza emotiva, può trovare lo spazio per riconciliarsi alla madre.

Rispetto alla sessualità c’è un lungo assopimento, fino a che la donna Persefone incarna l’archetipo della fanciulla: è inconsapevole della propria energia sessuale. Una volta che si risveglia alla scoperta del piacere si ritrova ad essere un’amante appassionata, orgasmica e tutto questo ha un effetto positivo sulla sua autostima.

Matrimonio e figli

Al matrimonio la donna Persefone arriva perché accade: viene convinta a sposarsi dall’uomo che la “rapisce”. Per sua natura, lei si sottomette al più forte, sono gli uomini a sceglierla, non viceversa. Il matrimonio può rivelarsi un evento trasformativo perché attraverso quest’esperienza può sviluppare altri archetipi come Era, Demetra o Afrodite oppure può diventare un’ulteriore prigionia, che la vede come moglie riluttante incastra tra il marito e la madre. Per lei il matrimonio rappresenta la morte: simbolicamente infatti rappresenta il rapimento da parte di Ade che è colui che la porta alla morte di tutto ciò che esisteva prima. Mentre nel caso di Era abbiamo una donna che si vuole sposare a tutti i costi, idealizzando l’uomo che si trova di fronte pur di esaudire il suo desiderio, nel caso della donna Persefone si fa chiaro il bisogno di uscire dalla convinzione limitante che il matrimonio sia una morte da combattere contro cui nutrire risentimento.

Come madre, a meno che in lei non si attivi l’archetipo Demetra, non si sentirà mail completa in quel ruolo perché lei sarà comunque e sempre figlia, prima di tutto. Se la madre della donna Persefone appartiene all’archetipo Demetra, ed è una madre invadente, lo sarà anche come nonna. Così la figlia si sentirà invadere, schiacciare e svalutare nell’educazione verso i propri figli, dalla madre. “Tu questa cosa non la sai fare, lascia che ci pensi io, riposati.” Questo tipo di intervento non è di supporto e di aiuto alla figlia Persefone che si sentirà inadeguata e, se non avrà fatto un adeguato lavoro su sé stessa e non riconoscerà il bisogno di ritrovare la sua autonomia emotiva, finirà per non far sentire ai suoi figli la sua presenza come madre, rischiando che i ruoli si capovolgano e che siano loro a fare da “genitori” alla propria madre-bambina.

Caratteristiche di Persefone

Quando la donna Persefone entra in un’età che presumibilmente dovrebbe essere più matura, rischia di andare in depressione per il fatto che si rende conto che non è un’eterna fanciulla. La difficoltà ad accettare i cambiamenti, a partire da quelli fisici, la possono portare a fare modifiche come lifting facciali, indossare un abbigliamento esageratamente legato ad un’immagine che non le corrisponde più, mettendo in azione un comportamento inappropriato. Solo nel momento in cui riconoscerà in lei la regina degli Inferi, la Persefone matura, riuscirà a non restare schiacciata dalla depressione ma ad usarla come strumento a vantaggio della sua crescita. In questo caso avrà fatto esperienze mistiche o psichiche, riscoprendo in sé una sorgente di spiritualità profonda che dissipi la paura della morte, riuscendo a conservare e ad integrare l’aspetto più leggero e legato alla fanciulla.

Il grande rischio della donna Persefone, essendo per sua natura passiva e alla condiscendenza, facilmente succube degli altri, è quello di vivere nel “paese che non c’è”, sconnessa dalle proprie radici, in perenne vagabondaggio. In completo rifiuto dell’assunzione delle proprie responsabilità, del rispetto degli impegni presi. La soglia che deve varcare è di natura psicologica. Per crescere non solo deve impegnarsi ma mettersi nell’ottica di essere all’altezza di questi impegni. Deve iniziare a tenere fede alle proprie scelte e decisioni. Crescere per lei significa confrontarsi con le sue irresolutezza, passività, inerzia. Questo passaggio di crollo dell’illusione di eterna fanciulla arriva facilmente tra i trenta e i quarant’anni ed è un momento fondamentale per lei, di grande svolta, se preso come occasione di crescita.

Nella sua mancata capacità di posizionarsi e manifestare ciò che sente buono e giusto per lei, Persefone impara a mentire e manipolare, restando lontana dal conflitto che non le piace.

Quando la madre le chiede se avesse mangiato qualcosa nel mondo degli inferi, lei risponde di sì sottolineando di essere stata costretta da Ade, per non deludere le aspettative della madre. In verità lei non solo non è stata costretta ma mangiò quei semi di melograno proprio per potersi garantire di passare una parte del tempo con Lui. Impara cioè ad ottenere ciò che vuole ma in modo indiretto.

I Limiti di Persefone

Per una parte del mito, appena viene rapita da Ade, Persefone è una fanciulla triste, che non mangia e non sorride. Questo simbolicamente rappresenta la sfida che la donna Persefone deve attraversare. Quando questa donna è dominata da altre persone, rischia di entrare alla depressione. Non avendo familiarità con la manifestazione e l’espressione della rabbia, la rivolge internamente, reprimendola e trasformandola in depressione. Il senso di isolamento, inadeguatezza e autocritica aumentano lo stato di malessere. Le emozioni diventano sempre più inaccessibili e il suo aspetto incorporeo si fa sempre più marcato.

A differenza della donna Demetra, così energica e centrale quando sta bene e così sovrastante e condizionante quando si deprime, Persefone è talmente silenziosa e schiva che nel momento della depressione ha una presenza sempre più sfumata, quasi invisibile. Mentre la Demetra depressa suscita negli altri senso di colpa, nel caso di Persefone sono gli altri a sentirsi esclusi da lei. Infatti lei tende a rifugiarsi in un mondo in cui solo lei può accedere, e questo pseudo rifugio può a volte diventare una prigione. Nei casi più seri le donne Persefone in queste condizioni possono diventare psicotiche. A questo punto hanno di fronte a loro due strade: accedere ad una vastissima gamma di sentimenti al fine di raggiungere una profonda consapevolezza o restare incastrate nel mondo degli Inferi, evitando la realtà per loro troppo dolorosa da sostenere.

Ecate è la compagna inseparabile dopo che Persefone emerge dal mondo degli inferi: dea della luna nera, regna sugli arcani, sui regni dei demoni, della stregoneria e della magia.

Quando Persefone cresce

La donna Persefone cresce nel momento in cui è costretta ad affrontare la vita con le proprie forze, prendendosi cura di sé. In questo modo ha la possibilità di attivare gli archetipi delle altre dee (di cui si è parlato nei precedenti articoli) o sviluppando l’Animus (che vedremo nell’articolo dedicato ad Afrodite).

Durante la sua crescita può passare dall’essere una donna frigida ad una sensuale e sexy. L’iniziazione sessuale appartiene alla mitologia di Persefone: una volta diventata regina degli inferi, stabilisce un legame con Afrodite, dea dell’amore e della bellezza di cui Persefone rappresenta l’aspetto sotterraneo. Quella di Persefone è una sessualità più introversa. Inoltre, il fatto che Persefone abbia accettato di sua spontanea volontà il melograno da Ade significa che sarebbe tornata da lui per sua scelta, passando da moglie riluttante a sposa regina degli inferi.

La donna Persefone cessa di sentirsi prigioniera del marito solo quando lo vede nella sua vulnerabilità, rispettabile e imperfetto, quando riesce a sentire che lui la ama può aprirsi alla fiducia e all’apprezzamento e provare il piacere orgasmico per la prima volta, vedendo il compagno come Dioniso, colui che risveglia in lei la passione, e non più come Ade, colui cioè che l’ha rapita.

Secondo Eraclito, Ade e Dioniso sono la stessa persona: il primo dio degli inferi, collegato alla morte e il secondo dio della vita e del piacere estatico. Non può esistere una cosa, senza il suo opposto.

Una volta che la donna Persefone sia scesa nelle profondità di sé stessa e non tema di farvi ritorno, è in grado di meditare fra la realtà ordinaria e non ordinaria. Ha fatto esperienze irrazionali arcane o terrificanti e se riesce a trasmettere ciò che ha appreso può diventare una guida agli altri. Può diventare una valida terapeuta in grado di accompagnare gli altri nel loro mondo profondo, guidandoli alla ricerca del significato simbolico e alla comprensione di quanto scoprono in esso.

 

Foto: dal web. Persefone che mangia il melograno. Autore sconosciuto.

 

 

Francesca

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