ESPLORANDO LA TUA DEMETRA...

ESPLORANDO LA TUA DEMETRA…

Demetra…la seconda dea vulnerabile che esploriamo nel percorso “Donne che vedono nel buio”.

Demetra rappresenta l’abbondanza dei raccolti. Dea delle messi, nutrice e madre.

“Quella temibile dea dagli splendidi capelli e dalla spada d’oro” – viene così descritta da Omero. La spada rappresenta il covone di grano maturo che era il suo simbolo principale.

Figlia di Crono, anche lei da lui inghiottita, fu anche la quarta consorte di Zeus e dalla loro unione nacque Persefone.

Apriamo una parentesi per descrivere quello che divenne il fondamento dei Misteri Eleusini, i più importanti rituali religiosi dell’antica Grecia: il mito di Demetra e Persefone.

Persefone…

Stava cogliendo fiori su un prato quando improvvisamente venne attratta da un bellissimo narciso. Nel momento in cui gli si avvicinò, il suolo le si spalancò davanti e dalle profondità della terra emerse Ade che l’afferrò e la portò con sé nell’abisso. Persefone gridò e lottò ma nessuno arrivò a soccorrerla.

Demetra, udendo l’eco della figlia, accorse a cercarla. La cercò per nove giorni e nove notti, per mare e per terra, senza mai fermarsi né per mangiare né per lavarsi.

All’alba del decimo giorno Demetra incontrò Ecate, la dea della luna nera, che le suggerì di recarsi da Elio (dio del Sole con Apollo). Elio le disse che fu Ade a rapire Persefone e che Zeus aveva approvato la cosa. Le consigliò di farsene una ragione e di lasciare andare la cosa. Ma Demetra non seguì il suo consiglio. Ora oltre al dolore della perdita della figlia sentiva anche il tradimento di Zeus.

Abbandonò l’Olimpo e vagò per le campagne fino al giorno in cui arrivò ad Eleusi, travestita da vecchia. Dopo qualche tempo e qualche vicissitudine rivelò la sua vera identità, riappropriandosi della sua bellezza e del suo aspetto. Ordinò che le fosse costruito un tempio dove si rifugiò col suo dolore per la figlia rapita, rifiutando di adempiere alla propria funzione di dea delle messi: così niente poteva più crescere né nascere.

Zeus, che se ne accorse, la fece andare a chiamare, implorandola di tornare. Lei dichiarò che non sarebbe tornata né avrebbe fatto crescere le messi fino a che Persefone non fosse tornata. Così Zeus ordinò ad Ade di liberare Persefone. Costui, prima di lasciarla andare le diede dei semi di melograno da mangiare e lei, ignara del vero significato di quel gesto, li mangiò. Quando Demetra e la figlia si riabbracciarono lo slancio di gioia fu immediato. Ma quando Demetra seppe che la figlia mangiò qualcosa dal mondo degli inferi le fu chiaro che Persefone avrebbe trascorso due terzi dell’anno con la madre e la rimanente parte nel mondo sotterraneo con Ade.

Dopo che si riunirono, Demetra restituì fertilità e crescita alla terra e istituì i Misteri Eleusini, quelle cerimonie religiose che ispiravano timore reverenziale e che agli iniziati era proibito rivelare e grazie alle quali i mortali trovarono una ragione di vivere nella gioia e una per morire senza timore della morte.

L’archetipo Demetra…

Demetra è l’archetipo della madre, l’istinto materno che si realizza con la gravidanza o nel dare agli altri qualsiasi tipo di nutrimento: fisico, psicologico o spirituale. È un archetipo molto potente che può determinare il corso dell’esistenza di una donna, coinvolgendo in maniera significativa chi fa parte della sua vita. Ma può anche predisporre la donna alla depressione qualora questo bisogno “di maternità” venga rifiutato o ostacolato.

Demetra ha più ruoli, tutti legati al nutrimento: quello di madre di Persefone, quello di dispensatrice di cibo come dea delle messi, quello di sostenitrice spirituale nei misteri Eleusini. Fra tutte le dee era quello in cui l’istinto di cura era maggiormente presente.

Quando l’archetipo Demetra è preponderante nella vita di una donna, la maternità diventa un’esigenza in quanto quel ruolo la realizza. L’immagine della madre e del figlio il più delle volte rappresentata in Occidente dalla Madonna con il bambino, la tocca profondamente.

L’aspetto Demetra spinge la donna ad accudire gli altri, a prendersene cura. Socialmente gli sbocchi professionali possono essere quello di insegnante, cura dei malati, qualsiasi lavoro o rapporto dove aiutare e sostenere gli altri sia parte integrante del ruolo. Non si limita quindi alla maternità in senso ristretto.

Nutrire gli altri è fonte di appagamento per la donna Demetra: sul piano materiale, psicologico e spirituale. Se lavora in ufficio, le piace servire il caffè (a differenza di Artemide che si sente sminuita o rifiutata, a meno che gli uomini non facciano a turno con lei). Le piace preparare abbondanti pranzi sfiziosi (diversamente dai veloci sofficini Findus di Atena).

Demetra, in quanto dea delle messi, insegnava all’umanità a coltivare i campi ed era responsabile dell’abbondanza dei raccolti. Nello stesso modo, le donne che si trasferiscono in campagna per coltivare da sé ciò che mangiano, esprimono l’aspetto di Madre Natura, tipico di questo archetipo.

Un altro attributo tipico di Demetra, è la sua perseveranza come madre quando è in gioco il benessere dei figli.

Demetra era la più generosa tra le dee: diede all’umanità l’agricoltura, i raccolti e diede agli uomini i misteri Eleusini. Le donne Demetra manifestano queste caratteristiche fornendo cure fisiche o cibo, altre sostegno emotivo e psicologico e altre ancora sostegno spirituale. E questi tre livelli corrispondono anche a ciò che la donna Demetra dà ai figli.

Demetra e la parte ombra…

La parte ombra di questo archetipo è la sua tendenza alla depressione nel momento in cui non riesce a soddisfare il desiderio di maternità e cura verso gli altri.

Ci fu uno studio autorevole svolto da Pauline Bart (sociologa all’università dell’Illinois) che dichiarò che su 500 donne ospedalizzate tra i 40 e i 59 anni, le più depresse risultavano quelle che erano state madri con un eccessivo istinto alla cura degli altri, che avevano perso il ruolo materno ed erano entrate in una profonda percezione di inutilità. Perdendo il loro ruolo, la vita aveva perso il suo senso.

L’aspetto distruttivo di questo archetipo è passivo (a differenza di Era e Artemide che hanno un’aggressività attiva): una donna depressa può essere un pericolo mortale per un neonato, in quanto può smettere di nutrirlo non solo materialmente ma anche affettivamente ed emotivamente. Così come le donne che rifiutano di parlare ai figli per giorni li danneggiano. Stiamo parlando di madri gravemente depresse e ostili. Più frequentemente può avvenire che alcune madri ritirino l’approvazione quando i figli diventano meno dipendenti da loro. La madre vive la crescente autonomia del figlio come una perdita affettiva. Sentendosi rifiutata e meno necessaria, diventa collerica.

Come coltivare Demetra...

Si coltiva Demetra immaginandosi incinta e madri. È anche possibile attivarlo guardando donne incinte, tenendo in braccio neonati o stando coi bambini in modo totale.

La donna Demetra è materna, protettiva, soccorrevole e generosa. È molto connessa a Madre Terra, solida e fidata, con i piedi per terra. Attenta, altruista e leale verso ciò che la circonda.

I genitori...

Demetra è figlia di Rea e nipote di Gea. Gea, era la Madre Terra da cui si origina ogni forma di vita ma anche Rea era conosciuta come la dea della terra. Tutte e tre, ebbero dei mariti che fecero del male ai figli e tutte e tre soffrirono moltissimo di questa cosa.

Quando una donna materna si accoppia ad un uomo senza senso paterno, la vita reale riprende il mito di Demetra. La figlia Demetra si identifica totalmente con la madre, senza stabilire un legame col padre che ha un atteggiamento disinteressato, competitivo o anche violento. Questa situazione abbatte l’autostima della giovane Demetra. Un’altra ipotesi può essere che sia lei a prendersi cura dei genitori, in uno scambio di ruoli disfunzionale.

Se invece ha un padre affettuoso che l’accetta, crescerà con la certezza che lui sostenga il suo desiderio di essere una buona madre. Avrà un’immagine positiva degli uomini e non sarà portata a diventare una vittima.

Lavoro - rapporto con altre donne e altri uomini...

Nel lavoro la sua natura materna la predispone ad intraprendere professioni assistenziali, cura per gli altri.

Con le donne la donna Demetra non entra in conflitto per quanto riguarda gli uomini o il successo, non essendo la sua natura competitiva. Le invidie avranno per oggetto i figli: una Demetra senza figli o sterile, si giudica negativamente o prova una profonda tristezza e amarezza. Stabilisce amicizie solide con altre donne Demetra. Se madri e figlie sono tutte Demetra, rimangono insieme per generazioni dando luogo a famiglie di taglio matriarcale.

Sessualità - matrimonio - figli...

La sessualità in questo archetipo (a meno che non sia accompagnato anche da Afrodite) non è molto importante. La donna Demetra tendenzialmente è più calda, affettuosa, coccola, più che sexy. Molte di loro riconoscono nell’atto fisico più sessuale l’allattamento, che causa loro un segreto senso di colpa. Un’altra cosa che non è per lei di primaria importanza è il matrimonio: la cosa che desidera è avere figli e se si sposa è per raggiungere questo obiettivo, non per il matrimonio in sé, come accade invece nel caso di Era.

La donna Demetra desidera visceralmente avere un figlio tutto suo e se questo non accade rischia di sentirsi incompleta. Mentre donne Artemide o Atena spesso ereditano una famiglia già pronta, unendosi ad un uomo che ha già dei figli.

La donna Demetra può essere una madre tanto meravigliosa, quanto distruttiva. Distruttiva perché rischia di limitare l’autonomia e l’indipendenza dei figli temendo che possa accadere loro qualcosa di male. La madre Demetra può sentirsi in colpa per qualsiasi evento che abbia un effetto negativo sul figlio, si crede onnipotente e capace di proteggere i propri figli da qualsiasi dolore. E con questo fine, rischia di esercitare un controllo eccessivo. I figli di una madre così, spesso restano con lei a vita, incapaci di recidere il cordone psicologico con la madre. Altre volte questi figli se ne vanno, mettendo tra loro e lei una distanza, sia affettiva che geografica per non farsi carico del senso di colpa o della dipendenza ai quale lei li vorrebbe assoggettare.

Tematiche psicologiche...

Le difficoltà che Demetra si trova ad affrontare sono la depressione per la perdita della figlia, il vittimismo per non essere ascoltata e la sospensione della fertilità dovuta al dolore per la perdita della figlia. Le difficoltà della donna Demetra sono analoghe.

La donna che si identifica con Demetra ha una capacità illimitata di dare, non riesce a dire di no se qualcuno ha bisogno di aiuto. Questo la porta inevitabilmente a sentirsi prosciugata, a volte anche esaurita. È una parte di lei che deve gestire e con la quale ha bisogno di confrontarsi, imparando a dire di no. La convinzione di doverci essere sempre per gli altri ha a che vedere con il senso di onnipotenza, quando in verità anche lei ha risorse limitate che vanno ben direzionate al fine di non arrivare a dimenticare sé stessa.

Quando l’archetipo ha libera espressione, la donna non può che orientarsi verso una gravidanza. Il limite è che la dea che vive in lei non si cura né di con chi averla né di quando sia il momento giusto. Per cui se la donna viene sopraffatta da questo archetipo non ha padronanza della sua vita. È un archetipo che ha bisogno di essere controllato dalla parte consapevole della donna e magari anche dallo sviluppo dell’archetipo Atena.

Spesso la donna Demetra si sente affaticata, soffre di emicranie e dolori mestruali o ulcera, pressione alta e sono tutti sintoni di un’incapacità a dire di no o di rabbia repressa. “Sono esausta, non mi chiedete di fare una cosa in più”.

Ma c’è un altro aspetto tanto importante di questo archetipo: quanto si sente utile e rassicurata quando gli altri hanno bisogno di lei, mentre quando avverte l’altrui indipendenza si sente minacciata. Nel tentativo di rendersi indispensabile, enfatizza gli altri o esercita un controllo eccessivo, alimentando un senso di inadeguatezza (per esempio sui figli).

Quando la donna Demetra cresce? Quando abbandona il bisogno di tenere gli altri in stato di dipendenza riuscendo a trasformarla in apprezzamento e amore.

Di solito non manifesta apertamente i suoi sentimenti o le sue emozioni: se per esempio si sente frustrata svaluterà i propri sentimenti giudicandoli ingenerosi e lavorerà ancora di più, ma in questa repressione incomincia a sviluppare un atteggiamento passivo/aggressivo. Per esempio agisce inconsciamente un comportamento di inadempienza (es. dimenticandosi di ritirare una cosa importane per l’amica o il figlio). In questo modo si riscatta affermando la propria indipendenza in maniera indiretta ma sarebbe assai meglio che imparasse a dire di no. Rifiutarsi in maniera chiara e diretta di fare qualcosa e motivarlo è un messaggio pulito, mentre un’azione inconscia passivo-aggressiva è un messaggio confuso espresso con un linguaggio ostile e ambiguo.

La vera medicina per questo tipo di donna è diventare consapevole dei propri bisogni, riconoscerli, non sottovalutarli e soddisfarli. Il passo successivo sarà riuscire a comunicarli.

Il "nido vuoto"...

L’espressione “nido vuoto” descrive la reazione di molte donne che hanno dedicato la vita ai figli e li vedono andare via. Ha a che fare, come accennato, al senso di inutilità che scaturisce nella donna Demetra che può portarla anche alla depressione, nei casi peggiori.

La cosa più difficile da fare per questa donna è riconoscere che la mancanza di apprezzamento e di attenzioni dall’esterno la portano allo sconforto. Se riesce a fare questo passaggio, che è per lei molto difficile, potrà acquistare consapevolezza e modificare il proprio comportamento. Prima di tutto iniziando ad esprimere la rabbia, anziché reprimerla; poi imparando a dire di no; imparando anche a lasciar andare e sviluppando altre dee in modo che i suoi interessi possano variare dal tema della maternità.

La cosa più importante che questa donna può fare è usare l’archetipo Demetra per il proprio beneficio: diventando madre di sé stessa. Imparando a prendersi cura di sé con la stessa sollecitudine che usa nei confronti degli altri.

 

Francesca

 

 

"Donne che vedono nel buio", è un percorso di 10 incontri on line a cadenza quindicinale a partire dal 5 ottobre. Lavoriamo con gli archetipi delle 7 dee della mitologia greca che sono potenzialmente presenti in ogni donna ma non necessariamente attivi. Esploreremo come femminile e maschile siano “incastrati” nel sistema patriarcale e quanto l’archetipo di ogni dea ci possa aiutare a risvegliare in noi la parte più autentica, o le parti, perché in ogni donna coesistono più dee (madre, moglie, figlia, amante, cacciatrice selvaggia, studiosa etc.). Se interessate scrivetemi. T. 3382984190.

Scrivi commento

Commenti: 0